Il giudice ha condannato la Cassa a pagare all´avvocato 21.448 euro, pari all´indennità calcolata su cinque mesi di reddito dichiarato, più interessi e rivalutazione monetaria. Alla base della sentenza – spiega il giudice – vi è il nuovo orientamento del legislatore italiano e comunitario e della Corte costituzionale, secondo cui la cura del figlio nei suoi primi mesi di vita non è più prerogativa esclusiva della donna, ma entrambi i coniugi hanno il diritto e il dovere di occuparsi del loro bambino, integrandosi a vicenda.
In sentenza il giudice spiega che la interpretazione costituzionalmente orientata della legge del 2001 sulla tutela della maternità e della paternità « consente di accertare il diritto all´indennità di maternità non solo in capo alla madre
libera professionista ma anche, in alternativa a questa, al padre». Il magistrato si richiama fra l´altro all´«Accordo quadro sul congedo parentale», trasposto in una direttiva europea del ´96 con l´obiettivo di conciliare le esigenze familiari con quelle professionali e di stimolare sia la partecipazione della donna alla vita lavorativa sia, in parallelo, l´impegno familiare del padre. La norma europea pone su una posizione paritaria il padre e la madre nella cura del bambino. «Entrambi i genitori sono i migliori interpreti delle esigenze familiari e devono quindi poter scegliere se e come assentarsi dal lavoro nel modo più adeguato alla cura del figlio», che è il «principale soggetto a cui è rivolta la tutela delle norme sulla maternità». Il giudice spiega infine che non c´è duplicazione di trattamento, visto che la moglie del legale non ha chiesto indennità di maternità.
«E´ la prima sentenza del genere in Italia», dichiara l´avvocato Elena Moretti, collaboratrice di Pietro Frisani: «
In base alla legge, nel caso di genitori liberi professionisti non c´è il vincolo dell´astensione dal lavoro. Se entrambi sono liberi professionisti, possono decidere chi dei due debba chiedere l´indennità». «E´ una sentenza positiva, indica che la responsabilità dei figli è di entrambi genitori», è il commento della vicepresidente del Forum delle associazioni familiari, Paola Soave: «E visto che il periodo di maternità è un diritto del bambino, se la mamma non ne usufruisce è giusto che sia riconosciuto al padre». Del resto, «è sempre più frequente, molto più di un tempo, che i padri si prendano cura dei figli».
(08 agosto 2008)
Fonte: http://firenze.repubblica.it:80/dettaglio/Franca-Selvatici/1499071
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